Grafia e pronuncia dei testi in occitano salbertrandese
‘mä la s’po icriřë e pronunsà el patuà
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La grafia utilizzata a Salbertrand è quella più diffusa in Alta Valla Susa ed è stata ideata da Clelia Baccon.
L’accento grave, es. martè (martello) indica suono vocalico aperto ed è pure utilizzato come accento tonico, es. pòu (paura).
L’accento acuto indica suono chiuso, es. mané (sporco).
L’allungamento vocalico è indicato con il trattino sulla vocale, es. anā (andare), ma per ragioni di comodità tipografica può incontrarsi indifferentemente segnalato anche con accento circonflesso, es. prâ (prati).
ä – ë, es. mëndiä (ragazza) corrispondono ad a – e semimute.
ö, es. bör (burro), per la o turbata, corrispondente al suono eu – oeu francese.
ü, es. lünä (luna), per la u turbata, corrispondente alla vocale u francese.
dz, es. dzöt (diciotto) corrisponde al suono italiano z di zebra.
k, es. kinké (piccola lampada a petrolio) è usata per il suono c aspro davanti alle vocali e – i ed a fine parola, es. sak (sacco).
j, es. jàunë (giallo) si pronuncia come in francese.
ř, es. suřé (sole), pronuncia palatale senza vibrazione della lingua.
z, es. rozä (rosa) indica s sonora, come per l’italiano casa.
Per i digrammi italiani sc, gn, gl, è usata la seconda consonante con l’aggiunta della lettera h, per cui:
ch, es. chat (gatto) corrisponde a sc di scimmia,
nh, es. mânhu (manico) corrisponde a gn di gnomo,
lh, es. lhàuřä (lepre) corrisponde a gl di foglia.
cch – nnh incidano raddoppiamento, es. vacchä (mucca), muntannhä.